13enne uccisa a Oristano: la madre era idonea all'affidamento
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13enne uccisa a Oristano: la madre era idonea all’affidamento

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Uccisa con un taglierino e strangolata con un caricabatterie: il padre della 13enne: “”Ho perso quanto avevo di più prezioso”.

Sabato 18 febbraio a Sulì (Oristano) una ragazza di 13 anni è stata uccisa in casa dalla propria madre. La segnalazione è arrivata da un passanta dopo aver soccorso la donna 52enne, Monica Vinci, che dopo l’omicidio ha tentato di suicidarsi buttandosi dalla finestra. Il padre della vittima, poliziotto locale, ha trovato sua figlia senza vita nel bagno dell’abitazione.

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L’omicidio

Chiara Carta stava rincasando nel pomeriggio del 18 febbraio, quando sua madre l’ha colta di sorpresa aggredendola violentemente. Dopo essere stata colpita da un taglierino e strangolata dal cavetto del caricabatterie dello smartphone, la ragazza è caduta a terra nel bagno, dove è stata rinenuta senza vita dal padre.

La giovane Chiara aveva tentato di difendersi dalla madre, senza risultati. Sul corpo dlla vittima sono state trovate ferite sulle mani, che confermano il tentativo di fuggire via dall’ira della donna, la stessa che si è poi lanciata dal balcone della sua camera da letto tentando il suicidio. Monica Vinci ha riportato un trauma cranico e la frattura del bacino a seguito delle gravi lesioni alla testa. Si attendono i risultati dell’autopsia sul corpo della ragazza.

Monica, mostrava disagi psichici

“Ho perso tutto, mi ha tolto ogni cosa e quanto avevo di più prezioso”, dice il padre 53enne Piero, agente di polizia locale separato dalla moglie ormai da molto tempo. Sui social poi scrive: “Amore di papà, so che non potrai leggermi, ma il mio cuore vuol comunicare con la tua anima. Sin quando sarò vivo continuerai a essere il mio primo pensiero, ogni giorno”.

L’avvocato dell’uomo, Filippo Cogotti, precisa: “Eravamo consapevoli dello stato di disagio della donna e già nel 2015, dopo il suo ricovero per problemi psichici, avevamo presentato istanza perché venisse dichiarata incapace di intendere e di volere, ma l’istanza è stata rigettata perché la donna ha presentato un certificato medico che la dichiarava idonea all’affidamento della figlia”.

Dopo il divorzio dei due, Monica Vinci aveva manifestato segni di disagio psichico. L’intenzione dei legali era infatti quella di presentare, ad aprile, una nuova istanza per l’affido di Chiara. Inoltre, la ragazza al compimento dei 14 anni avrebbe potuto esprimere la sua preferenza davanti al giudice e decidere se stare con la madre o con il padre. Si ipotizza quindi che la donna, consapevole di poter perdere la figlia, l’assegno di mantenimento e la casa, avrebbe potuto decidere di uccidere la ragazza e di farla finita gettandosi dalla finestra di casa.

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ultimo aggiornamento: 20 Febbraio 2023 15:09

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